Per essere considerati fiscalmente residenti in Italia non occorre ottenere la cittadinanza. Secondo l’art. 2 del Testo Unico delle Imposte sui redditi, la residenza fiscale si acquisisce eleggendo la propria residenza o domicilio presso i registri anagrafici per più di 183 giorni l’anno.
Acquisire la residenza fiscale in Italia comporta due effetti fondamentali:
– la tassazione di tutti i redditi percepiti nel mondo secondo il principio di tassazione su base mondiale. Le eventuali imposte pagate su redditi prodotti all’estero costituiscono crediti d’imposta da sottrarre alle tasse che si pagano in Italia;
– rispettare la normativa sul monitoraggio fiscale. Anche se non si devono tassare redditi il residente fiscale deve indicare nella dichiarazione dei redditi (modello RW) tutti gli investimenti immobiliari, finanziari (compresi conti correnti) e mobiliari potenzialmente produttori di redditi (barche, automobili registrate all’estero, quadri d’arte, gioielli, metalli preziosi, ecc…) detenuti all’estero.
Quest’ultimo effetto è spesso trascurato da molti stranieri trasferiti in Italia che tuttavia mantengono nel proprio paese d’origine anche solo un conto corrente, inconsapevoli della normativa sul monitoraggio fiscale (D.L. 167/90). Si può evitare di inviare il modello RW se viene incaricato un intermediario finanziario (banca) di incassare i proventi derivanti dagli investimenti all’estero e di effettuare una ritenuta del 20% su alcune tipologie di reddito (principalmente capital gain, affitti immobiliari, proventi finanziari).

Se avere la residenza fiscale in Italia è molto semplice, molto più difficile potrebbe essere cancellarla.
Colui che intende trasferirsi in paesi considerati “black list” dalla normativa Italiana (ad esempio: Malta, Uruguay, Lussemburgo, Svizzera, Dubai, ecc…) continua ad essere considerato residente in Italia, salvo dimostrare di avere effettivamente trasferito il proprio centro vitale degli interessi, ovvero i propri interessi finanziari (conti correnti per le spese correnti e gli investimenti finanziari più importanti) e la vita privata, in particolare la propria famiglia (residenza della moglie, scuole dei figli, utenze telefoniche, ecc….).
Se invece il trasferimento è dall’Italia verso un paese “white list” (tipo USA), l’individuo non viene più considerato residente fiscale in Italia ma, se soggetto a controlli, deve comunque saper dimostrare di aver spostato il proprio centro vitale degli interessi così come precedentemente specificato.